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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Ennesimo furto al Centro di Accoglienza Padre Nostro. Obbligata la chiusura di una delle sedi

Incerto il futuro dei cittadini detenuti affidati al centro dall’amministrazione penitenziaria

data articolo 01/08/2016 autore Maurizio Artale categoria articolo COMUNICATI
 
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Ennesimo furto al Centro di Accoglienza Padre Nostro. obbligata la chiusura di una delle sedi
Ennesimo furto al Centro di Accoglienza Padre Nostro. obbligata la chiusura di una delle sedi

Mentre sono in corso le iniziative per far trascorrere qualche ora "in spensieratezza" ai cittadini detenuti della Casa Circondariale Pagliarelli e della Casa di reclusione Ucciardone di Palermo, con l’organizzazione della VI edizione della manifestazione denominata "Nuovissimo Cinemssimo Paradisissimo", i "soliti noti" decretano la fine dell’inserimento lavorativo di alcuni di loro.  La notte tra il 27 e il 28 Luglio, ignoti sono entrati, scassinando la finestra e poi la porta della Pagoda Al Bab, rubando un decespugliatore, un tagliaerba ed un tagliasiepi.
Questi attrezzi erano necessari per il mantenimento e la fruizione di alcune zone dell’Area Archeologica del rione San Pietro, di proprietà del Comune di Palermo e della Regione Siciliana. Per questo e altri motivi chiuderemo la sede periferica del Centro Padre Nostro.
Da quasi un anno subiamo da parte dell’Amministrazione Comunale, nella fattispecie dall’Assessorato alle attività produttive (Assessore Marano Giovanna), e della Regione Siciliana - Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Provincia di Palermo (Dott.ssa Volpes Maria Elena, riconfermata nel suo ruolo da qualche settimana dal Presidente della Regione Rosario Crocetta), l'effetto della loro paralisi amministrativa. Il mancato rilascio del loro nulla osta per l’utilizzo dell’area non ci ha permesso quest’anno di promuovere una rassegna estiva di eventi teatrali, musicali e culturali, occasione che avrebbe offerto un piccolo guadagno ad alcuni detenuti in esecuzione penale affidati dall’ Amministrazione Penitenziaria al Centro di Accoglienza Padre Nostro. Per sollecitare ancora una volta il rilascio di questi nulla osta, la settimana scorsa abbiamo messo in mora i due Enti Locali, avvisandoli che ci saremmo rivolti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, ma neanche questo è servito.
Silenzio. Nessuna risposta.
Ci addolora abbandonare questa sede del Centro, ma non siamo più nelle possibilità di continuare a ricorrere alla Magistratura perché ci siano riconosciuti dei diritti che darebbero un futuro diverso alle fasce sociali deboli che ogni giorno si rivolgono al Centro, e per evitare che i "soliti noti" continuino a fare scempio dell’opera del Beato Giuseppe Puglisi.
Abbiamo compreso che, nonostante le varie lettere di encomio, le dichiarazioni di intenti, gli accordi di programma e gli atti d’obbligo, né il Comune né la Regione vogliono restituire all’antico splendore questa porzione di città.
Pensate che il Progetto Al Bab, letteralmente "La Porta" (di Palermo), nato prima della nuova vivibilità della Cala, intendeva valorizzare il territorio palermitano attraverso la tutela di uno spazio volto allo sviluppo delle risorse ambientali e culturali rintracciabili nella cosiddetta "Piattaforma Trinacria".

Il Progetto prevedeva la realizzazione dei seguenti servizi:

  • struttura dedicata alla accoglienza turistica (C.I.T);
  • servizio di visite pedonali guidate nel Centro storico di Palermo, con l’assistenza di guide professionali multilingue;
  • servizio di visite guidate riservate a gruppi di turisti, con itinerari più ampi, da praticare con bici elettriche e con l’assistenza di guide professionali multilingue;
  • punto di ristoro con laboratorio per la promozione e degustazione delle tradizionali ricette dell’arte culinaria della cosiddetta "cucina povera" siciliana;
  • "Glace Corner" con laboratorio, per la promozione e degustazione dei prodotti dell’arte dei maestri pasticcieri e gelatai siciliani;
  • caffè letterario con ospitalità di mostre di artisti;
  • "Open theatre" per l’ospitalità di rappresentazioni artistiche e manifestazioni culturali;
  • concerti all’aperto e musica nel parco;
  • info-point, biglietteria, card convenzionate per visite a monumenti e beni culturali;
  • strutture sportive all’aperto inserite nel verde;
  • punto vendita di gadget, pubblicazioni, prodotti dell’artigianato locale;
  • servizi di "sea – tour" con l’assistenza di guida professionale multilingue per la scoperta della città e dei suoi dintorni tramite itinerari marini, con partenza dal porto della Cala;
  • aree attrezzate per parcheggio pullman e vetture;
  • Parco giochi Padre Pino Puglisi;
  • Servizio di visite guidate al Parco Archeologico Castello S. Pietro.
  • Stazione Bus City-Sightseeing.

L’idea progettuale era stata condivisa con:

  • Il Sindaco del Comune di Palermo;
  • Comune di Palermo, Ass.to alla Cittadinanza Sociale;
  • Comune di Palermo, Settore Urbanistica;
  • Comune di Palermo, Ass.to Area del verde e della vivibilita' urbana;
  • Comune di Palermo, Ass.to al Turismo;
  • Comune di Palermo, II Commissione Consiliare;
  • Comune di Palermo, V Commissione Consiliare;
  • Comune di Palermo, VI Commissione Consiliare;
  • Presidente e Consiglio della II Circoscrizione del Comune di Palermo;
  • Soprintendenza Beni Culturali di Palermo attraverso la concessione dell’Area Archeologica;
  • Convenzione con le Case Circondariali Pagliarelli e Ucciardone di Palermo; 
  • Stipula Accordo Quadro con Delibera di Giunta tra il Comune di Palermo e l’Associazione Gruppo S.A.L.I.
  • Autorità Portuale;
  • Presidente della RAP;
  • Fondazione Banco di Sicilia.

Le varie Giunte Comunali che si sono susseguite, ed in ultimo il Sindaco Orlando, si erano impegnati nel trasformare questo spazio in un luogo di rilancio: l’amministrazione Comunale avrebbe dovuto usare la Pagoda Al Bab per la realizzazione delle Conferenze stampa promosse dai loro stessi uffici, istallare una postazione di Bike sharing, istallare un C.I.T. (Centro Informazione Turistico), wi-fi free etc… etc…
Nulla di tutto questo.
Vi invitiamo dunque ad andare a vedere come è ridotta l’area che abbiamo riconsegnato alla Soprintendenza Regionale qualche mese fa. In quell’area il Centro e i vari partner dallo stesso coinvolti (Fondazione Giovanni Paolo II, Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Sicilia, Associazione Gruppo SALI, Fondazione svizzera MC-MC, Unicredit Banca, Fondazione con il Sud) hanno speso circa 300 mila €, tutti soldi privati spesi su aree pubbliche. Di fatto abbiamo anticipato quanto aveva dichiarato il Ministro Franceschini sul riutilizzo dei siti archeologici.
Ci siamo rivolti, oltre che ai vari assessori comunali e regionali, e al Presidente della Regione, anche al Ministro Franceschini, che ci ha risposto con una nota con la quale comunicava che la questione in oggetto non è argomento di sua competenza, in quanto la Sicilia è una Regione a "statuto speciale".
Proprio l'altro ieri su "Il Fatto Quotidiano" è stato pubblicato un articolo (leggi articolo) che riporta come la Cassa delle Ammende abbia ripetutamente ignorato i numerosi progetti presentati dal Centro di Accoglienza Padre Nostro: tra il 2005 e il 2014 abbiamo visto andare in fumo ben quattro progetti "di vita", di reinserimento sociale per i detenuti in esecuzione penale, gli ex detenuti e le loro famiglie; progetti che avrebbero creato un’attività commerciale sostenibile, costruiti su un’attenta analisi delle caratteristiche del territorio e della popolazione.
Eppure si parla sempre di sovraffollamento carcerario e del reinserimento lavorativo dei cittadini detenuti…….
Il Rapporto Galere d'Italia dell'associazione Antigone, evidenzia, nell’ultimo anno, una crescita della popolazione reclusa, sottolineando come il 56,2% dei detenuti condannati in via definitiva debba scontare una pena breve, facilmente sostituibile con una misura diversa dal carcere. Eppure i progetti che facilitano tale alternativa, in termini di pena e di vita, non vengono sostenuti.
Per un forte senso di responsabilità, abbiamo atteso prima di prendere la decisione di chiudere questa nostra sede, ci abbiamo voluto riflettere, ma non abbiamo potuto fare altro che abbandonare tale progetto, visto lo stato delle cose e gli impegni cui i volontari del Centro sono chiamati a rispondere ogni giorno.

Restituiremo anche al Comune le aree che ci erano state assegnate, la Pagoda verrà consegnata all’ex AMIA, oggi RAP. Il teatro all’aperto (leggi articolo) verrà spostato presso il Centro Polivalente Sportivo di Brancaccio.
Ci abbiamo creduto, abbiamo lottato, ma continuare oltre si tradurrebbe in un malsano "accanimento terapeutico".
Non sono forse l’apatia, l’ignavia, il silenzio omertoso, il nascondersi dietro le responsabilità degli altri per non fare il proprio dovere, l’uso della burocrazia come strumento di morte per le imprese sociali e commerciali, comportamenti appartenenti al codice mafioso che avvelenano la nostra terra?
Se così è, allora la mafia ha vinto questa battaglia che ci ha visto combattere tenacemente contro chi avrebbe voluto "per raccomandazione"  l’affidamento di quest’area, consegnata invece alla "cura" del Centro come luogo di “rinascita” umana e sociale.
Se così è, allora la mafia ancora una volta ha vinto su quello che sarebbe potuto diventare un vero "Bene Comune": la realizzazione del Progetto Al Bab avrebbe veramente cambiato il volto di questa parte di città, trasformando i posteggi abusivi che vi ricadono in attività commerciali legali, oltre che una vera e propria "Porta di accesso alla libertà" per le tante persone che tentano di riparare il danno arrecato alla società.
Questo, e tanto altro, avrebbe significato aprire la Nuova Porta di Palermo, ma quanto già detto non lo ha permesso.
Ci avviciniamo al XXIII anniversario del Martirio del nostro fondatore, che per questa città si è immolato.
Crediamo che quest’anno, se non ci saranno azioni concrete da parte delle Istituzioni (Comune e Regione), non daremo ai loro rappresentanti possibilità alcuna di fare memoria di facciata del Beato e del suo sacrificio: riteniamo sia, da parte nostra, un gesto dovuto nei confronti del nostro Fondatore.
Non possiamo essere complici di passerelle vane.
I due detenuti che si prendevano cura di Al Bab verranno riaffidati uno alla cura del carcere Ucciardone ed uno alla cura dell’UEPE (ufficio esecuzione penale esterna).
Badate bene, non ci avete spezzato, ci avete momentaneamente piegato e a volte piegarsi serve ad acquisire atteggiamenti e comportamenti ancor più maturi e consapevoli.
Nel nostro servizio, in qualità di portatori di interessi collettivi non abbiamo fatto altro che chiedere alle Istituzioni il riconoscimento di un diritto dei cittadini. Non abbiamo voluto cercare scorciatoie o chiedere alla mafia "una cortesia", un "favore"….
Questo è l’insegnamento del Beato Giuseppe Puglisi, a cui chiediamo con intensità di sostenerci in questo momento difficile della vita del Centro da Lui fondato.

Maurizio Artale
Presidente

ALLEGATI

allegatoPalermomania.it - Ennesimo furto al Centro Padre Nostro: «Costretti a chiudere» [444]

allegatoIl Giornale Cittadino Press - Ennesimo furto al Centro di Accoglienza Padre Nostro, chiude una delle sedi [529]

allegatoMeridionews - Furti al Centro Padre Nostro, chiusa pagoda Al Bab Artale: «Solo passerelle dalle istituzioni, siamo soli» [468]

allegatoAntimafia 2000 - Centro Padre Nostro, ancora furti: chiusa una sede [486]

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